mercoledì 3 giugno 2015

Pietro Scagliarini – Maggio romano

Boccheggiare in metro
accalcato tra persone sconosciute,
respiri che tolgono respiri,
volumi che sottraggono volumi.
Caldo afoso non mitigato
da impianti sufficientemente adeguati.
Lo spazio vitale tende asintoticamente
a quello di una microscopica formica.
Ma non è questo che mi rende vittima
di una claustrofobica assenza...
la tua.
Potrei stare piacevolmente pressato
anche tra migliaia di persone
se fossero tutte come te, splendidi cloni,
rimanere senza fiato per l'intero tragitto
solo per non privarti dell'aria di cui necessiti
per esistere e sfoderare quel sorriso
che solo sa saturarmi l'anima!
Sopporterei ogni condizione climatica
senza battere ciglio
per stare vicino al tuo corpo,
alle tue infinite manifestazioni,
Sole che sa darmi luce e calore.
Annienterei me stesso per te
perché in te sono me stesso.

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